23/11/14

I valori del campione

Sto leggendo "Dura solo un attimo, la gloria" di Dino Zoff,
Sarebbe bello lo leggessero in tanti per trarre ispirazione nel proprio sport, nel proprio lavoro, nelle cose che facciamo. Sono i valori del campione.

A pag. 118 vi segnalo questo bel passaggio "... Ho sempre considerato il calcio un insieme di valori indiscutibili; l'educazione, la crescita della persona come individuo singolo e come parte di una squadra, la lealtà e la correttezza, l'autodisciplina, la capacità di riconoscere i propri limiti e la voglia e la fatica di provare a superarli, l'affannosa ricerca dell'equilibrio tra uomo e atleta.
Questo ho sempre pensato fosse il senso dello sport cui un giorno lontano, su un campo pieno di pozzanghere in Friuli, decisi che avrei dedicato la vita. E per questo ho lavorato e vissuto, prima come uomo, poi come atleta e infine come "campione", termine che non è sinonimo di grande giocatore o di fenomeno, come lo si usa oggi, ma n sostantivo ben preciso, che indica alcune qualità e prescrive un'infinità di obblighi, a partire da quello di dare l'esempio a chi campione non è....

Oggi mi guardo attorno e ho l'impressione di non aver influito, di non aver cmbiato niente, di aver remato controvento per quarant'anni. E basta. Mi dicono che sono entrato nella Storia, che sono un monumento. Mi viene da ridere. Parlano di coppe e di trionfi, ma quelli sono miei e dei miei compagni di squadra. Come campione ho fallito la mia missione. La Storia è altra cosa e i monumenti, quando non fanno una brutta fine per motivi politici, di solito finiscono per essere poco più che arredo urbano, habitat per piccioni o cose del genere.
La verità è che ho vinto qualche coppa, ho battuto molti record, ma non ho lasciato il segno e il tempo si porterà via tutto, come una folata di vento in autunno spazza le foglie.
E mi viene da ridere quando mi chiamano "saggio", perchè in quella parola - che a un certo punto avevano affibbiato anche a Berazot, ovviamente dopo essere stati costretti a rimangiarsi quell'altra, "vecchio" con cui lo sbeffeggiavano- c'è tutta l'ipocrisia del calcio e, per estensione, del paese.
Se per qualche motivo hai una storia non trascurabile, e però non sei un "personaggio", non fai notizia, non strepiti cose bislacche, non sei funzionale a qualcuno, allora diventi "saggio". Ma sono solo chiacchiere.
I giornalisti ti chiamano per un commento quando uno scandalo stravolge provvisoriamente la realtà come la conoscono e allora hanno bisogno di qualcuno che rimetta le cose al loro posto o che li rassicuri. Le "istituzioni" ti invitano, quando se lo ricordano, a qualche cerimonia commemorativa, ma per lo più ti ignorano. Poi quando ci sarebbe bisogno della tua "saggezza", allora spariscono tutti. Perchè, in realtà, è proprio la saggezza che gli fa paura...."

Riflettiamoci! Dura solo un attimo la gloria...

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