18/10/14

Lezioni americane

Mi sono letto questo classico di Calvino, valeva la pena di leggerlo solo per questo passaggio scritto su una delle 6 lezioni, l'esattezza in particolare.
Vi propongo di leggere questo passaggio, sapendo che è stato scritto nel 1985,... a me ha molto colpito.
"...Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l'uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e immediatezza, come automatismo che tende a livellare l'espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze.
Non m'interessa qui chiedermi se le origini di quest'epidemia siano da ricercare nella politica, nell'ideologia,, nell'uniformità burocratica, nell'omogeneizzazione dei mass-media,nella diffusione scolastica della media cultura. Quel che mi interessa sono le possibilità di salute. La letteratura può creare degli anticorpi che contrastino l'espandersi della peste del linguaggio.
Vorrei aggiungere che non è soltanto il linguaggio a essere colpito da questa peste. Anche le immagini, per esempio. Viviamo sotto una pioggia ininterrotta di immagini, i pù potenti mass-media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di di specchi: immagini che in gran parte sono prive della necessità interna che dovrebbe caratterizzare ogni immagine, come forma e come significato, come forza d'imporsi all'attenzione, come ricchezza di significati possibili. Gran parte di questa nuvola di immagini si dissolve immediatamente come i sogni che non lasciano traccia nella memoria; ma non si dissolve una sensazione d'estraneità e di disagio.
Ma forse l'inconsistenza non è nelle immagini o nel linguaggio soltanto: è nel mondo. La peste colpisce anche la vita delle persone e la storia delle nazioni, rende tutte le storie informi, casuali,confuse, senza principio nè fine. Il mio disagio è per la perdita di forma che constato nella vita e a cui cerco d'opporre l'unica difesa che riesco a concepire: un'idea della letteratura...."

Chissà cosa direbbe oggi... all'epoca di facebook, twitter e instagram...
Il valore delle nostre parole, scritte o pronunciate, ogni giorno va osservato.

Nessun commento: